MENU

Vendemmia Verde | Per aiutare il mercato vitivinicolo con una buona pratica agricola

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
LUG
2020

Per la campagna vitivinicola 2020/2021, la Conferenza Stato-Regioni conferma il via libera alla “vendemmia verde” prevista dal decreto Rilancio, a sostegno del comparto per tamponare la grave emergenza economica attraversata da tutto il settore vitivinicolo a causa del Covid 19. Strategica la decisione di utilizzare le risorse derivanti dalle economie del Programma Europeo Ocm vino (Organizzazione Comune del Mercato vitivinicolo, la regolamentazione unica dell’Unione Europea che disciplina il comparto) come sostegno al reddito dei viticoltori per il 2020 attraverso la pratica della vendemmia verde.

Un investimento di circa cento milioni di euro per l’erogazione di contributi a favore di quelle imprese viticole impegnate a ridurre volontariamente la produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine (DOP) e a indicazione geografica (IGP).

Per un settore duramente colpito dall’emergenza Covid-19, “Con la riduzione volontaria delle uve dei vini DO e IG, si intende riequilibrare un mercato in difficoltà – come ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova – e si punta anche migliorare la qualità del nostro vino, per renderlo più competitivo su di un mercato che purtroppo sarà in sofferenza anche il prossimo anno. Con le risorse messe a disposizione puntiamo a coinvolgere una superficie di circa 140 mila ettari della superficie viticola italiana destinata a vini di qualità e a ridurre di circa 3 milioni di quintali l’uva destinata alla vinificazione della prossima campagna, cui corrispondono circa due milioni di quintali di vino”.

L’intesa raggiunta sul decreto Mipaaf, da adottare di concerto con il Ministero delle Economie e delle Finanze (MEF), si aggiunge alla misura distillazione di crisi del vino comune attivata a fine giugno per dare risposte concrete alla filiera vitivinicola.

La vendemmia verde è una misura prevista dall’Ocm vino che prevede la distruzione o l’eliminazione di tutti i grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa. Il diradamento dei grappoli non è altro che il completamento della potatura invernale. La stima del carico produttivo per ceppo in inverno, si fa lasciando un numero di gemme proporzionale al vitigno, alla forma di allevamento, all’esposizione, alla densità d’impianto e a vari altri fattori. Le condizioni climatiche dell’annata possono però influenzare notevolmente il carico produttivo. Il diradamento consente di regolare la produzione ance in base alla superficie fogliare.  Occorre manodopera specializzata o quantomeno addestrata. Occorre non solo saper riconoscere quanti grappoli togliere ma anche quali. L’art.47 del regolamento (UE) n.1308/2013 stabilisce la possibilità per i viticoltori di beneficiare di un sostegno alla vendemmia verde sottoforma di pagamento forfettario per ettaro. Per la vendemmia verde le domande possono partire dal portale del Sian (Sistema Informativo agricolo nazionale) attraverso i Centri di Assistenza agricola.

La riduzione del carico produttivo per ceppo è una pratica agricola osteggiata dai viticoltori negli anni 1980, utile alla salvaguardia della qualità nelle aziende ad alta vocazione vitivinicola. Ai tempi dell’emergenza da coronavirus, è un’indispensabile misura di sostegno al mercato, un provvedimento che serve a mitigare gli effetti del grande ammasso di vini registrato  negli ultimi mesi di lockdown a causa del blocco dei mercati e del canale commerciale Ho.Re.Co (Hotel, Ristoranti, Catering) sia in Italia che nei principali Paesi acquirenti del vino italiano come Stati Uniti, Germania e Regno Unito, sommato alla chiusura di alberghi, enoturismi, agriturismi e ristoranti con notevole riduzione dello sbocco commerciale, annullando un valido supporto promozionale dei prodotti verso gli acquirenti italiani e stranieri.

L’Italia insieme alla Francia detiene la maggior identità agroalimentare su scala globale. La vendemmia verde è una panacea momentanea utile nei prossimi mesiper pianificare e introdurre un piano di rilancio per un settore che necessita di sfoltire burocrazie con cui le imprese del vino italiano devono fare i conti ogni giorno, puntare alla digitalizzazione delle piccole imprese che danno valore al vino italiano carico non solo di profumi del nostro territorio, anche di storia, qualità, tradizioni e storia. Per riequilibrare i poli cooperativi, si potrebbe approfittare del momento di pausa forzata per attuare a livello regionale un piano di rilancio della competitività per aiutare i contadini ad essere di più e meglio imprenditori. È una boccata d’ossigeno per i viticoltori senza dimenticare che occorrono nuove prospettive di mercato e ancora nuove iniziative, anche associative che promuovono le produzioni e non che le eliminano ed occorre coinvolgere tutti gli attori del comparto interessato affinché uno stato di emergenza non diventi una condanna preventiva del settore.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor